“Nessuno può cambiare il passato ma tutti hanno il potere di cambiare il futuro”

Le conseguenze del Covid-19 hanno inevitabilmente influito anche sull’ambiente portando i governatori a prendere misure restrittive per contenere la diffusione della malattia. 

Per la sicurezza di tutti, molte fabbriche sono state ferme e le persone rimaste a casa, provocando una significativa diminuzione del traffico sia sulle strade che nei cieli. La concentrazione di sostanze inquinanti atmosferiche infatti (fine particles PM2.5, PM10 and NO2) è notevolmente diminuita. 

Secondo i dati registrati dall’Agenzia europea dell’ambiente, la concentrazione media di NO2 (un inquinante principalmente emesso dai trasporti stradali) nelle principali città italiane si è dimezzata dall’inizio di marzo –quando è stata imposta la quarantena nazionale– fino al 4 maggio, giorno del primo allentamento delle misure restrittive. Oltre a questi dati incoraggianti, ulteriori conseguenze del Covid-19 potrebbero essere la riduzione della concentrazione di polveri sottili anche se non è ancora visibile. 

Ma le restrizioni imposte per contrastare il Covid-19 e le loro conseguenze sulla qualità dell’aria avranno un reale impatto positivo sull’ambiente?

Indubbiamente i miglioramenti osservati negli ultimi mesi hanno avuto un effetto positivo e lo dimostrano il calo dell’inquinamento, l’acqua pulita e limpida del Po e il ritorno dei delfini nei nostri mari. 

Ma non tutto ciò che luccica è oro. 

La riduzione dei gas inquinanti, dovuta alle restrizioni legate all’emergenza, è strettamente legata a una crisi economica già in atto e le cui prospettive future sono preoccupanti. 

Dopo la quarantena obbligatoria, la ripresa porterà a un aumento incredibilmente più rapido delle emissioni di gas finalizzato a fermare la recessione economica. È già successo in molte occasioni, come dopo lo shock petrolifero del 1973, lo scioglimento dell’Unione Sovietica e la crisi finanziaria nel 2008. 

La storia insegna e dobbiamo imparare da essa. 

Affrontare i problemi di qualità dell’aria a lungo termine richiede politiche ambiziose e investimenti lungimiranti. 

Deve essere  l’occasione per una transizione verso una società e un’economia sostenibile  che funzioni sia per le persone che per il pianeta. 

Come ha affermato il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, è l’occasione per ripensare al nostro modo di approcciarsi al mondo per adottare definitivamente un modello di sviluppo alternativo e una consapevolezza eco-sostenibile, sottolineando la necessità di agire a livello locale, europeo e globale.

Dobbiamo farlo ora e insieme; questo è l’unico modo per affrontare la sfida ambientale. 

In Overace lo facciamo, unisci a noi!  

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