

Nel mese di novembre abbiamo avuto il piacere di conoscere Aurora Maggio, CEO e co-fondatrice della startup Zefi.ai, che si occupa dello sviluppo e realizzazione di un prodotto che gestisca e migliori l’efficienza dei processi produttivi di prodotti digitali, tramite l’utilizzo dell’intelligenza artificiale.
Il team di Zefi
La squadra di Zefi ad oggi è composta da cinque persone, anch’esse tutte co-fondatrici, ed è molto eterogenea, con differenti background di formazione che caratterizzano ciascuno dei componenti. Infatti, oltre ad Aurora, troviamo:
- Nicola, il CTO, che possiede una doppia laurea in Machine Learning e Software Engineering, e con esperienze internazionali in Francia, Regno Unito e Italia;
- Daniele, CRO, è un ingegnere meccanico con un Master in Business Administration, che porta con sè esperienze in varie scaleup companies e grandi imprese;
- Leonardo, COO, con una vasta esperienza, tra cui la fondazione della sua azienda in Belgio, oltre ad una carriera significativa in una scaleup francese di rilievo;
- Alexandros, il “Product Guy” e CPO, con una formazione in ingegneria del software e product management, che ha contribuito al successo della prima unicorn italiana.
Tutti sono accomunati dall’aver lavorato nell’ambito produzione e averne conosciuto le problematiche e difficoltà, soprattutto di comunicazione fra team.
Zefi si concentra su un prodotto che lavora come copilota nei team di prodotto in ambito digitale, in pratica una sorta di SaaS B2B, ed è indirizzato verso una clientela che spazia dal Product Manager al Product Owner, coprendo tutta la scala di produzione in ambito digital. Il focus ad oggi è, dunque, sul prodotto, ma in futuro l’obiettivo della startup sarà quello di espandersi verso la parte di sviluppo. Zefi automatizza tutte le parti di attività operative, tramite una streamline, lasciando così più tempo al Product Manager di dedicarsi allo sviluppo della parte strategica, che in tempi di efficientamento come quelli odierni, si sta sempre più affiancando ad altre attività che vanno a sommarsi a quelle tradizionali. L’obiettivo di Zefi è quello di liberare i Product Manager dalle attività a basso valore aggiunto, che vengono quindi automatizzate, e fornire strumenti per poter prendere decisioni in maniera informata, anche sotto il profilo della qualità e delle comunicazioni fra aree lavorative diverse.
Ecco il risultato dell’intervista!
Ciao Aurora, qual è la storia di Zefi?
Allora, Daniele e Nicola erano colleghi di lavoro, mentre io ho conosciuto Leonardo nel 2018 e Alexandros ha fatto da collante tra le coppie, avendo conosciuto in ambiti differenti ciascuno dei membri del gruppo. Abbiamo poi deciso di trasferirci tutti a Torino per iniziare l’attività lavorativa insieme. La scelta della città è stata guidata dal fatto che io conoscevo già bene la realtà delle OGR ed Exor, avendo lavorato in Nebuly, open-source company di Torino che lavora in ambito AI. In una prima fase inziale abbiamo deciso di partecipare a Vento, il primo venture builder non-profit che aiutava i giovani a creare da zero aziende disruptive, e abbiamo trovato un ambiente fertile per poter sviluppare la nostra prima fase di crescita. Successivamente, abbiamo deciso di costituire la prima società, provando a mettere sul mercato alcune soluzioni pilota come apripista per testare, mentre successivamente abbiamo lanciato il primo vero prodotto. Oggigiorno siamo in private Beta con dieci company e diamo loro accesso alla piattaforma dei nostri servizi e, all’interno di questo gruppo, vendiamo il nostro prodotto. Stiamo inoltre chiudendo un fundraising per poter raccogliere fondi per allargare il nostro team e chiudere lo sviluppo del prodotto. Prevediamo a inizio del 2024 di poter aprire a tutti la vendita dei nostri prodotti. Inoltre, abbiamo lanciato Zefi su Product Hunt*, che ci ha permesso di creare una community di nuovi clienti, soprattutto negli USA.
*Piattaforma online americana sulla quale si possono caricare nuovi prodotti per condividerli e cercare nuovi potenziali clienti
Come funziona il vostro prodotto?
Zefi offre un prodotto che è la stessa piattaforma per tutti i clienti ed è in grado di customizzarsi da solo in base alle esigenze del cliente. Copre diverse aree:
1) Il product discovery, che raccoglie i dati, i feedback, le survey e gli insights;
2) L’area della prioritization e del roadmapping, che calcola ed elabora dati legati alla specifica roadmap, come la richiesta oppure il costo della specifica feature adottata;
3) Lo stakeholders alignment, che, una volta ottenute tutte le informazioni necessarie per inquadrare la specifica attività richiesta, genera automaticamente sia il changelog** sia le comunicazioni ai vari stakeholders.
Ad oggi il nostro prodotto ha sviluppato e offre il suo servizio nella prima area, le altre sono in fase di studio, ma contiamo di poter offrire a breve anche un servizio su quelle.
**E’ il registro di tutte le modifiche notevoli apportate a un progetto
Qual è il legame fra Zefi e la città di Torino?
Sicuramente la presenza nell’area di Torino e Milano di molte aziende in ambito digital ha favorito la realizzazione del nostro progetto proprio in questa città. Il prodotto, tuttavia, è destinato a coprire una fascia molto più ampia di mercato, andando a puntare soprattutto al mercato internazionale. Torino, inoltre, ha avuto una grande influenza su Zefi: tutti noi cinque abbiamo un background formativo e lavorativo legato a questa città. Ad esempio, io a Torino ho iniziato a lavorare con l’architetto innovativo Carlo Ratti, che mi ha avvicinato al mondo delle piattaforme digital. Infine, anche la presenza di un ecosistema particolarmente fertile di startup nell’area torinese ha sicuramente pesato nella nostra scelta di fondare Zefi proprio qui.
Quale ruolo hanno eventualmente giocato i recenti sviluppi e miglioramenti negli studi e nella ricerca nel campo dell’AI?
Anzitutto, il nostro prodotto ha un valore che va al di là dell’ambito dell’AI, che per noi è solo uno strumento che ci supporta nella realizzazione del nostro progetto. Nella nostra visione, inoltre, crediamo che le tecnologie legate all’intelligenza artificiale saranno alla base di ogni soluzione digitale del futuro. Noi utilizziamo tante tecnologie che erano famose ben prima delle generative AI, la parte del linguaggio generato per noi è solo la punta dell’iceberg dell’intera struttura che abbiamo messo in piedi. Secondo noi, basarsi solamente su una soluzione di AI, come ad esempio Chat GPT, rende poco difendibile un prodotto nel lungo periodo, creando hype solo nell’immediato, non permettendo di poter basare un’azienda su questo.
Quali sono state le principali difficoltà che avete dovuto affrontare durante la gestione della vostra startup?
Sicuramente è difficile portare avanti un progetto come il nostro. In primis, a livello nazionale quello delle startup non è un ambito sul quale l’Italia sta portando avanti molte iniziative o incentivi, ed è inoltre ancora poco conosciuto, sia ad alti livelli sia anche nei contesti più quotidiani. Inoltre, il mercato italiano delle startup è anche poco pubblicizzato all’estero e noi in prima persona agli inizi abbiamo avuto difficoltà nel reperire potenziali clienti esteri. Anche il fundraising in Italia non è così fluido come in altri Paesi: i tempi di scelta sono ridotti e questo è ancora più difficile quando devi partire da una situazione di carta bianca.
Invece, qual è la parte più bella del tuo lavoro?
Probabilmente poter pensare liberamente in prospettiva senza avere i vincoli che si possono trovare in un contesto di lavoro dipendente. Si può anche scegliere quale tipo di vita e quali ritmi avere. Infine, un altro aspetto molto interessante e formativo è senza dubbio il lavoro in team: se il team è quello giusto e c’è una visione condivisa, anche nei momenti di maggiore difficolta tutti insieme si può trovare la forza di superare le difficoltà e andare avanti, perché c’è sempre qualcuno che ti dà una mano. Inoltre, l’arretratezza del sistema italiano di gestione delle startup favorisce il networking e, anche fra aziende molto diverse tra loro, si ricerca sempre una collaborazione o un aiuto reciproco.
Avete dei punti di riferimento nel vostro settore o dei competitors?
Ci sono indubbiamente dei competitors, ma, considerate le dimensioni ancora ridotte del business nel nostro campo, non sono in grande numero. I competitors si dedicano a soluzioni più tradizionali, come software per project management, che sono poi anche utilizzati dai Product Managers. Questi sistemi, tuttavia, si limitano a una mera raccolta dei dati, senza attuare processi di
elaborazione e analisi dei dati raccolti, cosa che invece Zefi sviluppa. Ci sono poi ancora dei tool che sono nati nell’ultimo periodo, che mirano ad applicare la generative AI per affrontare un problema specifico: secondo noi questi prodotti sono poco difendibili sul mercato e sono facilmente sostituibili da prodotti più evoluti.
Il nostro punto di riferimento è senza dubbio l’azienda statunitense Glean, nata nel 2019, che propone un prodotto finale dedicato al project management, condividendo con noi il lato tecnologico, e che ha fatto un ottimo in lavoro in termini di sviluppo e pubblicizzazione del prodotto.
C’è un episodio, nella storia di Zefi, che è molto rappresentativo per te?
Ce ne sono tanti… Uno particolarmente significativo per noi è il lancio del nostro prodotto su Product Hunt. Leonardo teneva particolarmente a utilizzare questa piattaforma per promuovere Zefi e noi altri, invece, non credevamo molto in questo progetto. Il successo finale ottenuto dalla promozione su questa piattaforma, invece, ci ha mostrato come la fiducia negli altri sia un elemento fondamentale per poter lavorare in team. Questa è stata anche l’occasione per poterci riscoprire in ruoli differenti dai nostri originari e metterci alla prova in nuove sfide.
Addirittura, il lancio abbiamo deciso di farlo mentre eravamo al mare con una scarsa connessione internet che non ha sicuramente facilitato l’operazione! Ci siamo totalmente affidati alle decisioni prese da Leo, che ci ha guidati in questo processo.
Quali consigli ti senti di dare a chi si vorrebbe avvicinare alla vostra realtà come cliente o collaboratore?
A noi piace moltissimo lavorare in team, in questo periodo stiamo dedicando molto tempo a cercare nuovi collaboratori per la nostra realtà. Noi crediamo che in ambito lavorativo l’attitudine delle persone sia più importante delle competenze tecniche specifiche. Il volersi mettere in gioco e il desiderio di imparare e migliorarsi continuamente sono dei valori molto importanti, che noi teniamo in considerazione nelle nostre scelte. Serve anche una certa propensione al rischio, che indubbiamente nella gestione di una startup è un valore che deve essere tenuto in conto nelle scelte quotidiane: la propensione al rischio è ciò che ci fa sentire vivi!
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